lunedì 20 febbraio 2012

Primo post...questa è Perugia siori e siore!!

Ed ecco il mio blog vedere la luce in questi giorni in cui la luce è stata velata dalle ampie nevicate che hanno fatto assopire le dolci colline umbre dando a tutti l’occasione per riflettere un po’.
E riflettiamo un po’ allora perchè se si parla di musica è importante capire in quale ambiente questa musica vive, si muove e cresce ogni giorno.
Perugia 2012: città di 169.000 abitanti, solo pochi anni fa popolata da circa 40.000 studenti ora in rapida scomparsa grazie agli effetti della elefantiaca amministrazione universitaria, dei recenti eventi di cronaca e del degrado che parte da fin sotto le scale del Duomo e arriva fino al palazzo del Comune che intelligentemente spende migliaia di euro per nuove telecamere Ztl e nuovi modi di isolare il centro cittadino da qualsiasi forma di condivisione sociale.
Da una parte questo mortorio popolato da spacciatori che pur vendendo droga rischiano molto meno dei proprietari dei locali che si permettono di alzare il volume, dall’altra una Perugia periferica che conta vari locali per la musica live da 700 e più persone di capienza i quali si dedicano, giustamente, a trovare musica che riempa prima di tutto i grandi spazi piuttosto che le orecchie.
Incredibile pensare a come fuori dall’Italia la musica nasca in locali che al massimo contengono un centinaio di anime mentre noi qua a fare la gara a chi ce l’ha più grosso, più trendy, più attrezzato, più costoso e più trasversale possibile così da attirare tutti i ggiovani d’oggi senza distinzioni per poi fargli pensare costantemente “ma perchè sto qua dentro?!”.
Lo so, lo so, la colpa è dei soliti “potenti” che ti aiutano a coprirti di debiti per aprire un locale in un capannone di periferia ma che poi ti impediscono di fare di un triste bilocale in centro un piccolo club dove poter ascoltare e fare musica dal vivo senza perennemente cercare nell’ evento in sè la principale fonte di guadagno ma intanto ad Italia Wave si iscrivono sempre più band, perchè? Perchè questi gruppi davvero sperano di vincere e di svoltare la loro vita o semplicemente perchè i concorsi sono un’occasione per fare qualche straccio di concerto in più senza dover sputare il sangue in raccomandazioni e preghiere umilianti ai gestori dei locali?
La colpa è di tutti: della politica locale suicida che preferisce lo spaccio alle grida dei giovani, dei locali incastrati in logiche a troppi o troppo pochi zeri, dei gruppi che sognano etichette ma che non hanno voglia di organizzare da soli la loro vita musicale, della gente che non investe neanche un euro nei concerti e dischi e bla bla bla...basta protestare! Non ci resta che imbracciare le chitarre e suonare come se non ci fosse più un domani, questa emozione grazie al cielo non morirà mai e state certi che peggio di così si può solo migliorare.
Auguri Umbria, spaliamo via questa neve e torniamo a farci scivolare il mondo addosso come solo noi sappiamo fare...ma sempre con stile!